PIEVE SANTO STEFANO

Castello di Brancialino

Posto ai confini della Valtiberina Toscana, oggi domina il Lago di Montedoglio

 

 

Le origini del Castello di Brancialino risalgono al XII secolo, ma il luogo doveva essere abitato già ai tempi dei romani.Sorge, in posizione strategica e isolata, su un colle da cui domina il lago di Montedoglio, un tempo la valle dove scorreva il fiume Tevere.Dopo anni di incuria e abbandono è stato oggetto di un attento restauro e oggi ospita una struttura ricettiva. Il Castello, non visitabile liberamente, si raggiunge percorrendo la Statale Marecchiese SP 258 che collega Sansepolcro con Badia Tedalda.

Castello di Mignano 

Il castello che domina la Valle del torrente Ancione

 

 

Il castello conserva ancora oggi la sua antica fisionomia e risale all' XI secolo quando, per scopi difensivi, fu eretto sulla sommità di una collina nella valle del torrente Ancione, alta 589 mt., che consentiva un'ampia visuale su tutta l'area circostante. II nucleo originario è quello sulla cima del colle, occupato dalla torre e dal cassero; successivamente il castello si è ulteriormente sviluppato creando un insieme di volumi unitario e armonico. Il fronte orientale, costruito direttamente sulla roccia, presenta in un unico contesto i prospetti a capanna di due edifici collegati da una struttura intermedia nella quale si apre una bella porta con arcata a sesto acuto formata da conci di pietra lavorati, in asse con il percorso in salita a gradoni che attraversa tutto il nucleo. Sullo stesso fronte del castello spiccano il campanile a vela della chiesa di S. Andrea, impostato perpendicolarmente alla porta di ingresso e due finestre con larghe mostre di pietra lavorate. La chiesa del castello viene menzionata in un documento del 1085 come S. Donato di Mignano, in un altro atto del 1231 compare per la prima volta il nome di S. Andrea della Torre. Il castrum è chiuso all'estremità occidentale dal cassero con torre angolare; questi edifici presentano caratteristiche costruttive e particolari architettonici uguali a quelli del fronte est e con un piccolo tratto di mura ancora visibili in un edificio sul lato sud, costituiscono le uniche parti originali del castello. La torre, rimasta intatta nella sua struttura originaria, ma probabilmente scapitozzata in seguito ad un crollo, conserva ancora intatte le piccole finestre riquadrate in pietra e la porta di ingresso, oggi murata, con architrave di fattura rinascimentale.

 

ANGHIARI

Castello di Montauto

Il castello che incantò San Francesco nel suo cammino verso La Verna

 

 

Il castello ebbe la sua origine intorno al 1170/80, periodo storico nel quale vengono menzionati per la prima volta come feudatari i signori di Montauto. La potenza e l’importanza del castello sono documentate dalle triplice cinta muraria che lo caratterizzava e dal poderoso mastio. La sua felice posizione lo rendeva praticamente inattaccabile, abbarbicato su un’altura di 700 metri con intorno le rocce della montagna e lo strapiombo della valle del fiume Sovara. Intorno ai primi anni del Cinquecento venne espugnato dai fiorentini che ne trafugarono tutti i tesori e, dopo la quasi totale distruzione, fu riedificato in epoca rinascimentale. Montauto era anche meta frequente di San Francesco durante i suoi spostamenti dalla Verna e fino al 1503 nella cappella del castello era conservata una tonaca che il santo lasciò all'amico conte Alberto. Proprio in quest'anno il castello fu espugnato dai Fiorentini e tutti i suoi tesori trafugati. Distrutto quasi totalmente al seguito di alterne vicende, il castello fu riedificato in epoca rinascimentale. Segno più evidente di questa fase è la bella torre d'angolo conica con forte scarpatura, rivolta alla via di accesso, attribuita all'architetto Francesco di Giorgio Martini. Le bifore in pietra e le eleganti rifiniture delle logge risalgono invece ad epoche successive, quando il castello divenne villa padronale. Oltre alla già nominata piccola cappella Montauto possiede anche una chiesa più grande con bel portale scolpito e fronte esterno fortificato. Tutto il complesso è ancora oggi proprietà della famiglia dei conti Barbolani da Montauto, è non liberamente visitabile. Si può raggiungere a piedi con un comodo sentiero che inizia presso La Fabbrica della Natura, centro visita del Parco dei Monti Rognosi e della Valle del Sovara, oppure comodamente in macchina percorrendo la strada provinciale della Libbia fino a località Tavernelle di Anghiari.

Castello di Pianettole 

Bellissimo esempio di fortilizio medievale

 

 

Pianettole è un bell'esempio di fortilizio medievale mantenuto in discreto stato di conservazione, in cui sono evidenti l'alta cinta muraria in pietra, la porta ad arco che costituisce l'unico accesso all'interno delle mura ed il possente torrione con basamento a scarpa. La torre è ancora divisa da solai lignei collegati da scale, mentre al primo piano è collocato un camino. Costruito dai signori di Montauto, il castello fu donato ai Camaldolesi nel 1142. Il possente mastio è posto a difesa dell'unica porta di accesso, lungo la cortina occidentale, vicino al vertice di nord-ovest. Il fronte rivolto a sud è caratterizzato dalla presenza di una massiccia torre quadrata, mentre quello orientale si sovrappone per gran parte della sua lunghezza al muro esterno della chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo. Sull'angolo di nord-ovest si trovano i ruderi di un primitivo barbacane, con ancora ben visibili due feritoie, posto a maggior controllo della strada proveniente dal fondovalle. All'incirca al centro del fronte occidentale, sovrastato dal mastio, si apre il bel portale con arco a tutto sesto ribassato, unico accesso al recinto. All'interno del castello sono presenti alcuni edifici, oltre alla già citata chiesa parrocchiale con piccolo campanile a vela, e un pozzo. Oggi il castello è proprietà privata, ospita una struttura ricettiva ed è visitabile solo esternamente.

Castello di Sorci

La possente residenza del Capitano di Ventura Baldaccio Bruni

 

 

Il castello di origine longobarda appartenne nel XII secolo ai Barbolani di Galbino. Il toponimo Sorci deriva dal germanico 'sorku', che significa brughiera, scopeto quindi 'luogo delle scope di macchia' che facevano e fanno parte tuttora della vegetazione locale. Di proprietà della famiglia Tarlati a partire all'inizio del XIV secolo, fu sottomesso nel 1385 alla dominazione fiorentina e divenne poi dimora del capitano di ventura Baldaccio Bruni, definito da Niccolò Machiavelli "uomo in guerra eccellentissimo, perché in quei tempi non era alcun in Italia che di virtù di corpo e d'animo lo superasse". Baldaccio fu ucciso a tradimento e decapitato il 6 settembre 1441, ecco perché si dice che  il suo fantasma aleggi ancora nelle sale di questo antico maniero spostando armature e trascinando rumorose catene. Oggi il Castello è sede di una Locanda ed è visitabile in alcune occasioni pubbliche. Si raggiunge percorrendo la strada che collega Anghiari a Monterchi.

Villa La Barbolana

Un raro esempio di villa fortificata in terra aretina

 

 

Originaria dimora signorile, posta in ottima posizione panoramica sulle pendici sud-orientali di Montauto, fu fatta costruire da Federigo di Antonio Barbolani nella seconda metà del XVI sec. Raro esempio in terra aretina di villa fortificata privata è costituita da un edificio articolato su due piani a pianta quadrata con quattro bastioni angolari aggettanti , torre centrale e due accessi costituiti da ponti sul fossato che circondava la costruzione. All'interno gli ambienti sono in gran parte con copertura a volta, pavimenti in cotto e portali rinascimentali in pietra: al piano terra, in quella che è attualmente la sala da pranzo, era posta fino al 1850 una cappella risalente al XVIII sec. Ammodernata nel XIX sec. in occasione del matrimonio tra Carlotta Barbolani e Simone Francesco Velluti-Zati, duca di S. Clemente, la villa è stata oggetto di un recente restauro che ha interessato il rifacimento della facciata sud e degli interni, eseguito con scrupolo da tanti artigiani diversi sotto l'attento coordinamento dell'attuale proprietario. La Barbolana, abitazione privata, è comodamente raggiungibile dalla frazione Tavernelle di Anghiari.

Castello di Galbino

L'antica dimora gentilizia dei Conti di Montauto

 

 

Posto tra un affluente del Sovara e la Strada Provinciale della Libbia (SP 43), Galbino è l'esempio più evidente di un antico castello la cui struttura originaria è stata modificata notevolmente per essere adibita a dimora gentilizia. Residenza feudale dei Conti di Montauto fino alla fine del XVIII secolo, si presenta oggi con impianto rettangolare, torretta al centro della copertura e torrioncini cilindrici posti agli angoli. In facciata una elegante loggia con colonne in pietra, chiuse con infissi di legno. Il castello è ben visibile dall'alto della strada che congiunge la frazione di Tavernelle con l'ex Convento di San Niccolò a Gello. L'edificio è di proprietà privata e non è liberamente visitabile.

 

ANTICHE ROVINE

I ruderi dei castelli: ancora numerose testimonianze sul territorio

 

 

I castelli meglio conservati, per vicende storiche e perché oggetto di restauro, sono difficilmente visitabili in quanto ospitano abitazioni private o strutture ricettive. Molto più semplice ma comunque divertente è invece la visita ai ruderi dei castelli che maggiormente hanno subito il passare del tempo, che si raggiungono con un breve passeggiata nella natura dopo aver lasciato la macchina.

Valialle

Le origine del castello risalgono al XIII secolo. Dell'originaria cinta muraria restano solo pochi tratti, mentre il nucleo è utilizzato per abitazioni rurali. L'interna chiesa, dedicata a S. Biagio ha forme romaniche, unica navata, con abside semicircolare e campanile a vela: riaperta alla fruizione del pubblico nell'estate del 2004 conserva all'interno capitelli romanici ed un quadro rappresentante la Vergine in gloria con i Santi Biagio e Romualdo.Come Pianettole, anche Valialle fu legato all'ordine dei Camaldolesi: distrutto da Firenze, con le sue pietre fu poi costruita, nel 1460, la Porta Nuova ( o Fiorentina) di Anghiari. Per raggiungere Valialle bisogna seguire la strada che da Anghiari porta a Toppole e girare a destra prima della località Molino del Caccia.

Castiglion Fatalbecco

Il castello ha origine longobarde e nel corso della storia è appartenuto ai Conti di Galbino e ai monaci camaldolesi. I ruderi del castello, che fanno mostra di sé circondati da un bosco di pini e cedri del Libano, si trovano sulla sommità del Poggio di Castiglione, nei Monti Rognosi. Si possono raggiungere percorrendo per circa 3 chilometri il sentiero 104 dalla località il Carmine, nei pressi di Anghiari, oppure il sentiero 104/B ( 2 chilometri circa) che si stacca sulla destra, prima della località il conventino, lungo la strada che unisce Anghiari a Ponte alla Piera.

Montedoglio

Il castello è stato distrutto durante la seconda guerra mondiale dai bombardamenti inglesi, per colpire una postazione militare tedesca che vi si era insediata. Sorgeva su di un poggio sulla parte sinistra della valle del Tevere, oggi occupata dal Lago di Montedoglio. Il nome Montedoglio deriva probabilmente da Monte d’Oro, appellativo dovuto all’aspetto dorato delle rocce ofiolitiche che costituiscono la collina. Da Gragnano, frazione del comune di Sansepolcro, si raggiunge la località San Martino. Da li si sale a piedi fino alla sommità del Poggio di Montedoglio che, oltre alle rovine del castello, offre una incantevole vista sul Lago e sulla Valtiberina.

Montautello

Il castello di Montautello, nei pressi di Monterchi, sorgeva strategicamente sulla riva destra del Cerfone e faceva parte dell’interessante sistema di castelli e torri della Val Cerfone. Isuoi ruderi sono in parte riconquistati dalla natura ma testimoniano la sua antica imponenza. Da Scandolaia, località nei pressi di Le Ville di Monterchi, si procede fino a che la strada non diventa bianca. In prossimità di un fontana in pietra si gira a sinistra e si raggiunge un gruppo di case dover lasciare la macchina. Il castello dista un centinaio di metri, da percorrere fra prati e boschi.