Crinali ammantati di boschi, borghi silenziosi, imponenti pareti di roccia e scintillanti cascate. E’ questa la Riserva Naturale dell’Alpe della Luna: uno scrigno di ricchezze naturali conservate in un ambiente integro e selvaggio, attraversato solo da strade forestali e sentieri. Un luogo magico e ricco di leggende che ha ispirato anche l’arte di Piero della Francesca.
La riserva protegge una parte di dorsale appenninica compresa tra i comuni di Badia Tedalda e Sansepolcro e fa da spartiacque tra l’alta valle del Tevere nel versante tirrenico e quella del fiume Marecchia nel versante adriatico. Ricca di cerrete, faggete e interessanti boschi misti è abitata da lupi che possono contare su prede naturali come cinghiali, daini e caprioli. Sul versante settentrionale del Monte dei Frati, il più alto della Riserva con 1453 metri, è possibile ammirare la Ripa della Luna, una parete rocciosa alta oltre 200 metri a forma di anfiteatro, il suo nome deriva probabilmente dalla sua forma o forse per i riti dedicati alla luna, che pare si svolgessero qui in epoche antichissime. Caratterizzano il paesaggio anche alcune aree prative, punteggiate da piccoli insediamenti storici come Monterano e Montelabreve, quest'ultimo esistente già nel XIII secolo, a cui si aggiungono numerosi edifici rurali sparsi, testimonianze di un passato in cui l’Alpe era senz'altro molto più abitata rispetto ad oggi. Tutti questi territori erano attraversati fino a non molto tempo fa dalle greggi in transumanza verso la Maremma.
Di non poco rilievo storico inoltre è la presenza dei resti di fortificazioni della linea gotica che costituiscono oggi il patrimonio storico-culturale del “Parco Storico della Linea Gotica di Badia Tedalda” e di edifici come la Spinella, Montagna e Pian della Capanna che sono stati protagonisti della lotta partigiana, fungendo da luoghi di rifugio e di ritrovo.